martedì 27 novembre 2012

LA NORMATIVA ITALIANA


Legge 40 del 2004

La fecondazione assistita è stata oggetto negli anni di un articolato dibattito, in particolare relativo all'uso di alcune tecniche, come la fecondazione eterologa, la clonazione, la commercializzazione di embrioni, la maternità surrogata, la produzione di embrioni a fini di ricerca o di sperimentazione che suscitano controversie di tipo bioetico. In seguito a tale dibattito è stata varata la legge n. 40, approvata il 19 febbraio 2004 che ha vietato tali pratiche.


 I punti principali di questa legge sono:
  •  La possibilità di ricorrere a trattamenti di fecondazione alle coppie di maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, solo nei casi di infertilità o sterilità accertata e non, per esempio, alle coppie portatrici di un difetto genetico che mediante la riproduzione assistita vogliono evitare la trasmissione del difetto al figlio. La fecondazione assistita è preclusa quindi ai single, alle coppie omosessuali e alle “mamme-nonne” (non viene precisata però l'età fertile), così come è vietata la fecondazione post-mortem (del padre).
  • Non sono permessi interventi di fecondazione eterologa, con seme o con ovociti di donatori esterni alla coppia.
  • Ogni ciclo di trattamento può produrre un numero di embrioni non superiore a tre.
  • Tutti gli embrioni prodotti vanno impiantati contemporaneamente.
  • È vietata la crioconservazione degli embrioni.
  • È proibito sottoporli a esami per selezionarne alcuni per l’impianto ed è proibito sopprimerli.

Se da un'analisi pre-impianto (effettuata cioè sull'embrione ancora in vitro) risultasse un embrione malato, si dovrebbe comunque procedere al suo impianto.
Il rischio di fecondare solo tre ovuli per ottenere al massimo tre embrioni limita molto le possibilità. La resa nelle fecondazioni in vitro, come in natura, non è infatti sempre al 100% e quindi una donna sottoposta a stimolazione ormonale potrebbe non arrivare all'impianto degli embrioni necessari alla riuscita. Questo è penalizzante per le donne in età avanzata e nell'infertilità maschile grave.

Nell'anno successivo alla sua approvazione, il 2005, si è anche svolto un referendum abrogativo per smantellare i punti più controversi della Legge 40, senza esito per il mancato raggiungimento del quorum.




Che cosa è cambiato dopo il 1° aprile 2009?
  
Vengono quindi a crollare il limite di tre embrioni e il limite di un unico e contemporaneo impianto. Viene poi accentuato che non si deve correre il rischio di un pregiudizio per la salute della donna.
Viene rimosso anche il divieto di crioconservazione.






ARTICOLO DI GIORNALE

Leggi articolo






 

1 commento:

  1. credo che in Italia si renda necessaria una normativa meno bigotta: attulmente per fare una fecondazione assistita omologa, non parlo tecnicamente ma solo di normative, vengono fatti compilare moduli con varie opzioni per la conservazione dell'embrione inutilizzato o degli ovuli prelevati etc etc, ma le caselle da barrare vengono indicate dai medici e se si prova ad ipotizzare di barrare un'altra opzione rispetto a quella da loro indicata, sbiancano.... ma poi a sbiancare sono io, padre separato che nei vari consensi ed informative ricordo di aver firmato anche di essere a conoscenza del fatto che mia moglie potrebbe tranquillamente farsi impiantare uno degli embrioni conservati senza il mio consenso, e quindi mi potrei trovare a dover mantenere un figlio ottenuto grazie alla scelta esclusiva di mia moglie, Risulta questo?

    RispondiElimina